Il Primo Re (Matteo Rovere , 2019)

Casa di produzione: Rai Cinema, Groenlandia;
Paese: Italia, Belgio;
Genere: storico, epico, drammatico;
Attori: Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Tania Garribba;
Sceneggiatura: Matteo Rovere, Filippo Gravino, Francesca Granieri;


Sul pregiudizio nei confronti del Cinema Italiano ci sarebbe tanto da discutere, l'italiano spettatore medio che va al Cinema è  essenzialmente un esterofilo e passatista troppo ancorato ad un passato "mitico" e ormai remoto incarnato dalle figure iconiche di registi come Fellini, Antonioni, Leone etc.... Un tipo di Cinema che in un preciso periodo storico ha fatto scuola all'estero e che si è imposto come punto di riferimento per tutta la produzione internazionale. Il Cinema Italiano oggi si è evoluto, seppur arrancando moltissimo a causa di tanti problemi sia culturali che economici (non si investe abbastanza). Eppure nonostante  tutto schifa in Italia ci sono registi che sanno fare il loro mestiere e lo sanno fare con classe con risultati molte volte superiori rispetto alle produzioni estere. Uno di questi, fra i più talentuosi è sicuramente Matteo Rovere, romano, classe '82, esordisce alla regia nel 2002 con il cortometraggio "Lexotan" per poi proseguire su di un percorso fatto di film che rappresentano drammi della nostra storia italiana recenti come il censuratissimo "Un gioco da Ragazze" (2008) e il pluripremiato "Veloce come il Vento" (2016). 
La costruzione per un nuovo progetto cinematografico di Rovere comincia a prendere vita verso la prima metà del 2017 quando Rai Cinema annuncia la lavorazione del nuovo film del regista romano intitolato "Il Primo Re". Produzione da 8 milioni di euro, il film co-prodotto da Rai Cinema e Groenlandia esce nelle sale agli inizi del 2019 e si presenta come un esperimento coraggioso e nuovo per il cinema italiano. Nuovo perchè si stacca da quell'approccio di italianità casereccia che da sempre ci contraddistingue nel mercato.  "Il Primo Re" scava a fondo nella storia mitica della fondazione di Roma attraverso il legame controverso tra le figure leggendarie di Romolo e Remo interpretare rispettivamente da Alessio Lapice e Alessandro Borghi. Due fratelli destinati ad una lotta per la sopravvivenza sfidando le sorti di un destino già segnato.
Un'opera che spicca per un'approccio molto radicale e non assolutamente mainstream (seppur il trailer può far pensare il contrario) grazie ad un impianto narrativo che gioca sui gesti, la violenza (mai fine a sè stessa ma contestualizzata) i silenzi e lo splendido lavoro di fotografia ad opera di Daniele Ciprì. Se la prima parte ingrana bene, è dalla seconda che l'andamento risulta un po' fiacco delineando una piccola confusione a livello di tempistiche. Tutto nel film è freddo, oscuro e drammatico perchè va a descrivere un mondo primitivo, arcaico e violento com'era quello del 753 a.C.. Così le interpretazioni magistrali di Lapice ma soprattutto di Borghi (da citare la sua magistrale interpretazione di Stefano Cucch in "Sulla mia pelle" di Alessio Cremonini) rendono bene l'idea, tutto  ci trasporta in un contesto fatto di location a mondo aperto e pericoloso e con scene e dialoghi - e qui la scelta non casuale di utilizzare il proto latino come lingua è azzeccatissima e ci fa immergere ancora di più nella narrazione del film -  che strizzano l'occhio a vari generi (fantasy, epico) e a film passati come ad esempio Valhalla Rising di Refn o The Passion/Apocalypto di Gibson o al Revenant di A.G.Inarritu. 

"Il Primo Re" è un film che non sembra diretto da un italiano, è quindi più indirizzato ad un mercato internazionale, eppure per fortuna è un'opera italiana, girata completamente nel nostro paese (in Lazio per la precisione)e con attori nostrani per la maggior parte poco conosciuti.
E' un'opera che tratta il tema della condizione umana in un mondo dominato dalle superstizioni in cui l'uomo tenta di sfidare gli Dei e di conseguenza il proprio destino. Talmente realistico da risultare sbalorditivo su diversi punti di vista  e solo un italiano poteva fare questo tipo di operazione proprio per una questione storico-geografica. 
Rovere è riuscito ad alzare l'asticella di qualità di un Cinema che ha un bisogno di questo tipo di produzione e che il più delle volte va incontro ingiustamente a pregiudizi e critiche.
Ambizioso quanto basta e semplicemente fenomenale. 


Sonia Giomarelli 











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